martedì 10 maggio 2016

Io ci sono e tu? - Giovedì 28 aprile 2016 - A scuola di writing


Io ci sono e tu? - Giovedì 28 aprile 2016
A scuola di writing

"Io ci sono e tu?" continua ad essere uno spazio di ritrovo in biblioteca tutti i giovedì pomeriggio di aprile e di maggio.
Giovedì 28 aprile Anas e Giacomo del Servizio Civile hanno parlato ai ragazzi e alle ragazze di street art, in particolare di graffiti.
Abbiamo conosciuto meglio OBEY, BANKSY, NEMO, BANDA AMIANTO e altri wrtiter più o meno famosi.
Per il laboratorio creativo dedicato al writing, Anas e Giacomo hanno preparato delle mascherine per creare stencil sulle magliette che abbiamo offerto ai ragazzi.
Alcuni hanno preferito lo stencil, altri hanno realizzato scritte e disegni a mano libera.
Con l'aiuto di colori acrilici e spugne, i ragazzi e le ragazze hanno realizzato le loro magliette personalizzate.
Il laboratorio è piaciuto molto e le maglie sono veramente belle.
Dopo averle fatte asciugare, ognuno potrà portare a casa e indossare la propria originalissima maglietta!

 Ecco tutte le foto di questa giornata:


















Le zie improbabili


Le zie improbabili

Ci sono delle zie davvero speciali che vivono su un’isoletta in mezzo al mare occupandosi delle creature che la abitano: a un certo punto della loro vita comprendono che sia giunto il momento di cercare degli eredi meritevoli, dei bambini che dovranno sostituirle nei loro compiti quando loro non ci saranno più.
Come fare? Bhe, basta rapirli!
Non è una cosa bella rapire i bambini, vero?
Sì, se ne accorgono subito le zie: si imbattono di continuo in bambini e bambine lagnosi, viziati e dispettosi che non fanno altro che frignare e lamentarsi… di certo non vogliono rapire dei bambini così indisponenti!
Rapire bambini è un compito arduo e le zie lo sanno bene: dopo una estenuante ricerca “scelgono” qualcuno di degno, degno di essere salvato da una famiglia orribile e indifferente.
Minette e Fabio arrivano dunque sull’isola: all’inizio sono sconvolti dal rapimento, ma man mano che passa il tempo capiscono di essere stati rapiti nel profondo, da quest’isola meravigliosa e dai suoi straordinari abitanti.
Prendersi cura della Natura è tutto ciò che desiderano e sentirsi ricambiati dell’affetto incondizionato che donano quotidianamente li farà sentire importanti, come non si sono mai sentiti.
Riusciranno le famiglie distratte a ritrovarli?
Come faranno a strapparli all’isola?
Tra animali fantastici, pensieri ecologisti e amore universale, Eva Ibbotson ci porta a riflettere su quali siano le cose importanti su cui basare la nostra esistenza.
Da leggere assieme ai propri bambini per riflettere insieme.

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2001
276 pagine
8,50 euro

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BEST (2)
QUESTO LIBRO E’ STATO DONATO DALLE MAMME CHE LEGGONO



venerdì 6 maggio 2016

Io ci sono e tu? – giovedì 21 aprile 2016 Scopriamo lo SNOWBOARD

Io ci sono e tu? – giovedì 21 aprile 2016
Scopriamo lo SNOWBOARD

Giovedì 14 aprile Giacomo e Anas del Servizio Civile ci hanno parlato di SNOWBOARD.
Il primo snowboard moderno è considerato lo snurfer (nome che fonde snow e surfer), costruito dall'ingegnere Sherman Poppen per far divertire i figli.
L'intento iniziale dell'ingegnere era di produrre una versione casalinga del monosci.
I suoi figli lo "cavalcavano" trasversalmente dando così l'idea di surfisti sulla neve e così l'inventore pensò di adattare un vero surf da onda aggiungendo dei bordi metallici e di brevettare l'attrezzo col nome, appunto, di snurfer.
Durante gli anni settanta e ottanta diversi progettisti rimaneggiarono lo snurfer creando vari modelli con nomi diversi.
Alcune migliorie resero gli snurfer più manovrabili, come cinghie per i piedi e flex migliorati, ma fu solo dopo anni di ricerche che il giocattolo diventò un attrezzo sportivo.
Fu una visita di Burton in Austria ad alcune aziende sci che accese l'intuizione: la tavola doveva necessariamente prendere spunto da questa tecnologia per fare il passo decisivo.
Soletta in P-Tex prima, costruzione sandwich e lamine poi, portarono lo snowboard verso l'età adulta e lo proiettarono al di fuori dei campi innevati e verso le stazioni sciistiche. 
Fondamentale fu l'invenzione di Jeff Grell, all'inizio anni ottanta, di uno spoiler posteriore per l'attacco, che permetteva la conduzione della tavola sulla neve ghiacciata, grazie ad un feeling e ad una risposta decisamente migliori.
Esistono due fondamentali distinzioni che nascono dalla tipologia di attrezzatura utilizzata: il soft e l'hard.

Soft significa uso di attrezzatura morbida, ovvero scarponi cedevoli e deformabili, tavole flessibili e bidirezionali, attacchi permissivi e tendenzialmente elastici.
All'interno di questa categoria possiamo distinguere due principali specialità: il freestyle e il freeride.
Hard significa invece uso di attrezzatura rigida: è la disciplina maestra dello snowboard a livello di tecnica e conduzione della tavola in pista.
Praticato su neve ben battuta come sulle piste sciistiche, questo stile richiede scarponi rigidi simili a quelli utilizzati nello sci alpino e tavole direzionali più rigide di quelle usate per gli altri stili: la sua espressione agonistica è lo slalom.
Come altri sport invernali, lo snowboard comporta un certo livello di rischio. Il tasso di infortuni fra gli snowboarder è circa il doppio rispetto a quello fra gli sciatori.
Gli snowboarder esperti hanno meno probabilità di infortunarsi, ma le conseguenze tendono a essere più gravi.
Il rischio di urti alla testa è 6 volte superiore che per gli sciatori, con la tendenza a essere più rare, ma più gravi, fra gli snowboarder avanzati. 
Gli urti alla testa possono essere la conseguenza di una collisione o di un errore in una manovra di curva. Quest'ultima può causare allo snowboarder un urto violento della nuca contro la superficie della pista.
L'uso del casco è obbligatorio per i minori di 14 anni.
Anche l'uso di adeguati occhiali è importante, in quanto il riverbero della neve può causare gravi danni alla vista.

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FONTI:
https://it.wikipedia.org/wiki/Snowboard
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martedì 3 maggio 2016

E' arrivata "La Macchina dei Sogni" a Osteria Nuova!

E' arrivata "La Macchina dei Sogni" a Osteria Nuova!

Lunedì 2 maggio 2016 è partito il progetto "La Macchina dei Sogni" a Osteria Nuova: uno spazio dedicato a bambine e bambini dai 4 ai 10 anni e genitori per passare un pomeriggio insieme facendo merenda, giocando, ascoltando storie e paciugando allegramente.


Per tutti i lunedì di maggio, previa prenotazione, sarà possibile partecipare gratuitamente a laboratori e attività di vario tipo dalle 16.45 alle 19.00 nella saletta comunale situata nel centro commerciale in via Zanarini a Osteria Nuova.

Ieri pomeriggio si è dato il via a questa bella iniziativa, nata da un gruppo di mamme del gruppo "Nati per Leggere" di Sala Bolognese desiderose di creare uno spazio pomeridiano per far stare insieme i propri bambini e le proprie bambine, in collaborazione con il Comune di Sala Bolognese.
Le Mamme Che Leggono hanno appoggiato e sostenuto questo progetto con gioia, collaborando alla fase di preparazione della prima giornata di attività.

Una sorta di "passaggio del testimone" che ha voluto accompagnare queste mamme nel percorso simile a quello avviato in passato da Mamme Che Leggono.

Nella giornata di oggi, dopo una fastosa merenda portata da ogni partecipante e un girotondo a suon di filastrocca, sono stati distribuiti a bambini, bambine e genitori dei fogli bianchi su cui scrivere e disegnare il proprio sogno, per poi custodirlo in tasca in attesa di una bella sorpresa.

Successivamente, ci si è recati nella stanza della Macchina dei Sogni: grandi e piccoli si sono sbizzarriti nella decorazione di questa fantasiosa macchina fatta di materiali di riciclo di ReMida.

Il risultato è stato strepitoso: una Macchina dei Sogni coloratissima, la stanza completamente cosparsa di materiale, bambini e bambine incollati al pavimento... un vero successo!


Dopo aver decorato la Macchina dei Sogni, a turno tutti hanno inserito il proprio sogno nella macchina e, tramite una rotella pazzerella, lo hanno spedito nel mondo-dei-sogni-che-si-avverano.


Nel momento dedicato alla lettura si è potuto approfittare dell'angolo morbido fatto da tappeti, cuscini e libri della Biblioteca Comunale per poter leggere e ascoltare le storie in relax.


Abbiamo anche improvvisato una lettura con il teatrino kamishibai: la storia di Fuad Aziz "Il mio colore".


Dopo la storia, tutti di nuovo al tavolone creativo, per scrivere e scarabocchiare con i pennarelli.


All'uscita i bambini e le bambine hanno ricevuto in omaggio un simpatico pupazzetto ricicloso a ricordo di questa coloratissima giornata: anche a noi ne hanno regalato uno e si è subito aperta la discussione sul nome da dare... Filippo... Giorgio... Gino Sognofino... chissà!

Se volete partecipare ai prossimi pomeriggi di "La Macchina dei Sogni", prenotatevi seguendo le istruzioni sul volantino!

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Ecco tutti i sogni dei bambini e delle bambine:



UNA VITA DA VOLARE







 LA PLAY STATION
VORREI ANDARE IN MONTAGNA


 DESIDERO UN LUPO E UN GATTO


 IO SOGNO DI SALIRE SU ITALO





 Un maiale che vola


SOGNO DI ESSERE IN CROCERA